Un dubbio che affligge il pescatore alle prime armi è quello relativo alla scelta dell’amo giusto nell’offerta vastissima di modelli, dimensioni ed anche materiali disponibili.
Quando si guarda una bustina di ami da pesca che non si ha mai provato in pesca si possono avere dei dubbi.
Noi di PESC.it abbiamo deciso di mettere in vendita online solo ami testati e validi, però in questo articolo abbiamo voluto mettere nero su bianco…
Tutti i dubbi di un pescatore comune sugli AMI
guardiamo la bustina di ami neri e lucidi, aguzzi e scintillanti come gli occhi di un samurai, e ci chiediamo se non sia il caso di farne incetta, estraendo dal contenitore due confezioni per ogni misura ed ogni modello. Se ci tratteniamo da questi eccessi, magari considerando quanto salato potrebbe essere il conto, un paio di bustine preziose magari le preleviamo, sottoponendone poi il contenuto ad un’ esame ancor più ravvicinato. A questo punto fermiamoci un attimo, blocchiamo l’immagine sul dettaglio dell’involucro lucido tra pollice ed indice e domandiamoci cosa dobbiamo effettivamente chiedere a questo “pelo” d’acciaio al quale affidiamo la conclusione della lunga serie di azioni che ci condurranno alla cattura.
Ami da pesca: problemi ed inadeguatezze
Tutti sappiamo, anche per intuito, che la durezza di un materiale va generalmente a scapito, o meglio limita, la sua resistenza.
Questo vuol dire che se un elemento strutturale, sia esso una trave o un amo, è molto duro, sarà anche poco flessibile e quindi inadatto a resistere a sollecitazioni variabili.
Venendo a noi, un amo del quale si vanta la durezza, l’inalterabilità della punta, si romperà più facilmente di uno più elastico; è il caso di alcuni “ami al carbonio”! Per questo, la durezza può essere vista come un difetto piuttosto che un pregio. Così come vi è una parte dell’amo, mai nominata e vantata, che pure ha una cruciale importanza: è la paletta.
Se questa espansione del fusto che deve arrestare lo scorrimento del nodo ha un bordo tagliente, reciderà facilmente il filo al primo impegno, anzi ci lascerà con l’amo in una mano e la lenza pendente dall’altra non appena tenteremo di stringere la legatura. A volte questo incidente, la rottura del nodo appena lo si prova dopo averlo eseguito, capita anche tre volte di seguito con lo stesso amo, e non è colpa del filo o dell’eccessiva forza che mettiamo nel “test”: spesso dipende solo da quell’ amo che ha la paletta tagliente.
Un elevato spessore della sezione, in un amo piccolo, è ancora un difetto: appesantisce l’amo togliendo naturalezza alla presentazione del bigattino col quale vorremmo “fregare” una spigola “a mare calmo”. Nel caso di ami di piccola dimensione, dal n. 16 al n. 20, il filo doppio, anche se non fosse uno svantaggio, sarebbe sicuramente inutile, perché con quella misura di amo si utilizza sempre un monofilo sottile che, in ogni caso, si romperà prima che si “apra” un amo di spessore medio.
La scelta degli ami da pesca quando si comincia a pescare
Se sei alle prime prime armi fidati dei prodotti che trovi qui su Pesc.it, oppure comunque orientati silo su marchi affidabili. Per quanto riguarda il modello, impossibile indicarne solo uno perché ogni tecnica di pesca ha le sue particolarità;
Per far un esempio pensiamo alla pesca a bolognese, in cui si potrebbe ricorrere a un modello di amo classico, dritto, “medio” nel filo e nella lunghezza del gambo. Di questo modello si sceglieranno almeno tre misure, riferibili alle tre esche maggiormente usate nella pesca da riva: un n. 18 per il bigattino, un n.14 per la pastella ed il filetto di sarda, un n. 8 per il trancio di sarda.
Da queste tre misure, dopo aver avuto modo di verificarle in azione, si possono diramare le eventuali variazioni di grandezza e di modello che poi ognuno potrà fare sulla scorta delle esperienze personali.
Fedeltà verso ami che ci hanno fatto pescare pesci grandi
Quando un pescatore ha molti anni di pratica alle spalle, di solito, tende a legarsi stabilmente ad una marca ed a poche e selezionate tipologie di forma. Alla fine si è portati a credere che la qualità degli ami in commercio è alquanto livellata. Se troviamo ami a prezzi di molto inferiori al consueto è lecito diffidarne un po’, e vale la pena di capire bene la ragione del basso costo, se proprio si è tentati dall’acquisto.
Qual’è il prezzo giusto degli ami?
Ci sono poi ami da pesca che vengono offerti ad un prezzo molto più “salato”: perché mai?
Altri, invece, sono subdolamente più costosi, e questo maggior prezzo appare evidente solo se si contano gli ami contenuti nella confezione: allo stesso prezzo altre marche , in certi casi ci danno la metà degli ami.
Se vogliamo “farci tentare” dall’acquisto, teniamo in conto che un’eventuale maggiore resistenza, tutta da appurare, potrebbe essere addebitabile ad un maggior spessore del fusto, piuttosto che a migliore qualità dell’acciaio.
Amo dritto: il gambo e la punta giacciono su un unico piano.
Amo storto: è svergolato, la punta esce fuori dal piano in cui giace la curva dell’amo. Meno usato rispetto al passato.
Amo forgiato: ha una sezione rettangolare anziché circolare; a parità di spessore, è più resistente alle sollecitazioni che giacciono nel piano di curvatura, che sono anche le più tipiche.