Ci sono pescatori che credono che i pesci, quando hanno fame, abbocchino a prescindere di come noi abbiamo scelto di presentare l’esca. Ma le cose non stanno propriamente così. In questo articolo ti daremo tutta una serie di informazioni utili che riguardano gli snodi per pescare a surfcasting. Cercheremo di capirne il funzionamento. Andremo ad analizzare pro e contro dei principali tipi di snodi che saranno necessari per costruire terminali da pesca a fondo e surfcasting. remore di sorta indipendentemente dalla presentazione dell’esca.
Snodi per pescare a surfcasting: quale è il migliore?
Per i pescatori sostenitori del “tanto abbocca comunque”, la cura nella realizzazione dei terminali è un’inutile perdita di tempo, da lasciare magari ai garisti. Gli agonisti, al contrario, sono tutti quanti sostenitori del pensiero opposto: dediti alla perenne ricerca degli artifizi più astuti pur di confezionare travi e braccioli per catture di più.
In questo articolo parliamo di pesca a fondo e surfcasting ma il ragionamento in realtà potrebbe abbracciare molte altre tecniche di pesca.
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Se si vuole pescare bene è indubbio che ogni particolare dell’attrezzatura, dalla parte meccanica (canne e mulinelli) a quella pescante (trave e braccioli), ha una sua importanza specifica; tutto dovrà svolgere al meglio il suo lavoro. E fra i vari accessori che fanno parte di un terminale da surfcasting, uno riveste particolare importanza: lo snodo.
Punto di collegamento “rotativo” tra il trave e il bracciolo
Realizzato in tante versioni, lo snodo serve principalmente a legare i braccioli al trave, ma ha anche altri compiti. Prima di passare a un esame più specifico, cerchiamo di chiarire alcune cose. Ovviamente, un terminale è ben realizzato soprattutto se risulta catturante. Per riuscirci, è fondamentale che l’esca sia presentata in maniera il più possibile “naturale”. Possiamo facilmente immaginare come un bracciolo parzialmente aggrovigliato attorno al trave, con l’esca statica e affiancata allo stesso, sia poco o per niente catturante rispetto a uno che si distende linearmente in favore di corrente, facendo fluttuare e muovere l’esca sul fondo.
Le cause dei grovigli sono spesso riconducibili alle correnti e al moto ondoso, che trascinano e risucchiano il bracciolo disordinatamente, soprattutto in presenza di forti turbolenze. Per ridurre le torsioni è importante che il bracciolo possa ruotare liberamente attorno al trave, in modo da assecondare i continui andirivieni di onde e correnti sul fondo senza che si creino garbugli. Questo compito è svolto in maniera egregia dagli snodi prodotti in serie che hanno quasi interamente soppiantato le legature dirette, utilizzate inizialmente dai surfcaster per unire i braccioli ai travi.
Lunghi recuperi generano torsioni sulle lenze
Un’altra causa di groviglio può essere costituita da un lungo recupero effettuato con un mulinello a tamburo fisso: infatti, a ogni giro di manovella e per quanto i moderni mulinelli siano dotati di rullini guidafilo anti-twist (anti-torsione), il filo tende a torcersi su se stesso. Ciò avviene perché la lenza madre fuoriesce perpendicolarmente dalla bobina rispetto alla disposizione delle spire sulla stessa, quindi rispetto alla “direzione d’imbobinamento”.
Il risultato è che le torsioni in questione, aumentando giro dopo giro, tendono a scaricarsi in fondo alla lenza, fino a far girare su sé stesso anche il terminale. In questo caso, se i braccioli non fossero legati al trave grazie a snodi specifici, il groviglio sarebbe assicurato. Oltretutto, l’eventuale innesco rimasto sull’amo, specie se voluminoso, in virtù del recupero inizia a ruotare attorno al proprio asse trasmettendo il medesimo movimento al bracciolo: un po’ come accade nella tecnica della bombarda con l’innesco della doppia camola, solo che in quel caso la tripla girella posta a inizio bracciolo scarica efficacemente queste forti torsioni.
Nel surfcasting, volendo fare un paragone, la funzione della tripla girella è svolta da snodi specifici in grado di ruotare, oltre che attorno al trave, anche attorno al proprio asse, scaricando le eventuali torsioni del bracciolo. Da considerare anche che l’impiego del fluorocarbon migliore ci aiuterà tantissimo!
Infine, anche un pesce allamato può rovinare e aggrovigliare il bracciolo durante il recupero: nel tentativo di liberarsi, può ruotare attorno al trave aggrovigliando il bracciolo e il conseguente accorciamento dello stesso farebbe aumentare il rischio di una rottura. Gli snodi concorrono in modo più o meno efficace ad evitare le situazioni elencate, aiutandoci a risolvere un bel po’ di problemi.
Approfondimento tecnico sugli snodi
Entriamo ora nello specifico esaminando i tre elementi che caratterizzano uno snodo, e cioè “quantità di assi rotativi”, tipo di “attacco al trave”, tipo di “attacco del bracciolo”.
1. Quantità di assi rotativi
La quantità di assi rotativi indica il numero di assi attorno ai quali lo snodo è in grado di muoversi. Possiamo avere snodi con un singolo asse di rotazione e snodi con doppio asse. I primi possono ruotare esclusivamente attorno al trave mentre i secondi permettono al bracciolo di ruotare anche su sé stesso.
2. Attacco al trave
L’attacco al trave può essere di tre tipi: ad anello, passante e tubolare. Il primo prevede un anellino, il secondo ha un cilindretto o un ovale forato, il terzo presenta una sezione tubolare di lunghezza variabile. Tutte e tre gli accorgimenti servono, ovviamente, per farci passare in mezzo il trave.
3. Attacco del bracciolo
Ci sono tre categorie generali anche per gli elementi sui quali legare i braccioli: ad anello, a gancio e a foro. I primi sono costituiti da un semplice anellino al quale legare il bracciolo, che non può essere sostituito se non tagliandolo e legandone uno nuovo.
Gli attacchi a gancio permettono l’intercambiabilità dei braccioli, a patto che siano realizzati con un’asola all’estremità superiore. L’asola viene inserita all’interno di un gancio molto stretto e tenuta ferma da uno spezzoncino tubolare di silicone. Per cambiare il bracciolo, basta sfilare il tubicino di silicone ed estrarre l’asola, senza tagliarla.
Negli snodi con attacchi a foro il bracciolo viene inserito in un buchino dal diametro adeguato e fissato con un nodo all’estremità del capo inserito nel foro, in modo da creare spessore utile a non farlo sfilare.
Tranne alcuni casi, lo snodo deve essere fissato saldamente a una certa altezza sul trave, per motivi sia pratici sia funzionali. Fissarlo nel modo adeguato significa poter ferrare con decisione senza il rischio di far “scivolare” il bracciolo lungo il trave. A tale scopo si utilizzano le perline incollate o il “nodo di stop”; saranno da mettere sul trave, sopra e sotto lo snodo, in modo da bloccarlo.
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Tra il nodo di stop e lo snodo si interpone generalmente una perlina in vetro. Lo scopo della perlina è di permettere un’efficace rotazione dello snodo che, se si trovasse a diretto contatto con la superficie irregolare del nodo, potrebbe non essere fluida.
Come detto, per fissare meglio i nodi di stop al trave possiamo anche utilizzare una colla cianoacrilica, applicandone una minima quantità con la punta di uno spillo o di uno stuzzicadenti.
Consigli precisi per scegliere che snodi da pesca usare
Ma come muoverci in un mercato che propone decine di soluzioni diverse, tutte apparentemente utili ed efficaci?
Purtroppo, una regola certa non esiste, ma possiamo definire dei criteri generali che ci aiutino a operare una scelta appropriata in base alle situazioni da affrontare. Innanzitutto, bisogna valutare il tipo di battuta, o meglio, capire se siamo di fronte a una situazione di pesca “d’attesa” o “in velocità”.
Nel primo caso, tipico della pesca all’orata o del surfcasting invernale, possiamo anche montare snodi che non prevedano l’intercambiabilità del bracciolo; al contrario, per la pesca in velocità, per esempio in gara oppure mirata alle mormore, l’intercambiabilità diventa fondamentale.
Bisogna tener conto anche dell’ingombro dello snodo, perché influisce sull’aerodinamicità della lenza in volo e quindi sulla gittata complessiva del lancio. Infine, è necessario rapportare la dimensione dello snodo al tipo di pesce che vogliamo pescare.
E tu sei un appassionato di pesca a fondo o surfcasting?
Quali snodi utilizzi ed in quali situazioni li trovi vincenti?
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