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Pesca a Carpfishing: l’uso delle farine

In questo articolo vediamo in che modo e misura poter usare tre farine di tipo diverso per realizzare mix irresistibili per pescare a carpfishing.

Fare un “mix” significa preparare le proprie esche da dedicare magari alla carpa dei sogni. Per farlo bene però bisogna conoscere “le farine”, soprattutto per come tenderanno a comportarsi nell’impasto.

Quali farine usare per fare i mix da pesca a carpfishing

Le farine di base per mettere a punto un mix possono essere tante, sì, ma per non complicarci troppo le cose in questa pagina ti elenchiamo le tre di uso comune:

  1. farine di semolino,
  2. farine di soia,
  3. farine di mais;

Questi farinacei andranno a costituire spesso oltre la metà del volume finale del mix da carpa.

 

Pesca a Carpfishing: consigli per l’uso delle farine di semolino, soia e mais

1. Semolino

Con uova l’impasto si dimostra colloso e al tatto dà quasi la sensazione di toccare la gomma, questo grazie all’alta percentuale di glutini contenuta nel semolino. Anche questa farina conferisce una buona struttura all’impasto, lo rende più permeabile e duttile, con minore tendenza a sfaldarsi e a rompersi come accade spesso quando si manipolano altre farine. Proprio a causa di questo effetto “elastico”, però, è anche difficile far mantenere la forma desiderata alle boilie.

Una volta cotto, l’impasto così ottenuto evidenzia difficoltà a mantenere la struttura che gli abbiamo dato… si “siede”, ovvero tende a deformarsi e appiattirsi nella parte inferiore, quella di appoggio. Dopo circa 4 minuti, quando le palline da 20 millimetri di diametro risalgono a galla leggermente gonfiate, hanno ormai perso la loro forma originale. Una volta raffreddate, tendono a indurirsi ma a rimanere molto gommose.

Trattandosi di una farina permeabile, con l’acqua il semolino si amalgama bene anche grazie ai glutini, ma l’impasto rimane sempre troppo morbido e difficile da lavorare. In cottura rimane morbido troppo a lungo e finisce per creparsi.

 

2. Farina di soia (o soja tostata)

Con uova si amalgama molto bene ed è sufficientemente collosa, tanto che l’impasto dà una sensazione davvero “pastosa”. Bagnata con uova, questa farina rappresenta la pastella “ideale”, non troppo collosa né friabile e nemmeno eccessivamente gommosa. Si manipola bene e anche le palline mantengono una struttura perfetta, dato che sono proprio i grassi e le proteine presenti a permettere una così buona coesione con l’uovo.

In cottura bastano appena un paio di minuti perché le boilie salgano a galla e questo è dovuto al fatto che la farina di soia grassa tostata assorbe troppa acqua. È solo la sua capacità di coesione con l’uovo a far sì che l’impasto rimanga intero. Una volta raffreddata, la pallina non si indurisce e rimane molto friabile alla pressione con le dita.

Realizzato con acqua, l’impasto non mantiene forma e struttura ma si dimostra molto friabile al tatto, tanto che diventa impossibile lavorarlo. In cottura si disgrega e si scioglie completamente.

 

3. Farina di mais fioretto

Impastata con l’uovo risulta di collosità non eccessiva e si lascia impastare bene, al tatto la sensazione è quella di toccare del pongo. Si tratta di una farina che si manipola con grande facilità e conferisce struttura all’impasto. Una volta impastata e pulite bene le mani, rullandola tra i palmi non perde più la collosità iniziale, inoltre gli amidi presenti e la quasi totale assenza di glutine della farina di mais fioretto consentono alla boilie di mantenere struttura perfettamente rotonda.

Immerse in acqua bollente, palline da 18, 20 e 24 millimetri di diametro risalgono in superficie tutte ben oltre i 7 minuti. Questo perché, trattandosi di una farina pesante e povera di glutini, si gonfia solo leggermente durante la cottura. La boilie cuoce bene fino al centro e, grazie alla buona coesione tra le molecole della farina di mais fioretto e quelle dell’uovo, l’impasto mantiene integra la sua struttura sferica. Una volta fredde, le palline si dimostrano durissime alla pressione tra le dita.

Impastata con acqua, la farina di mais fioretto non risulterà mai sufficientemente collosa, poiché l’acqua non penetra a sufficienza nelle molecole della farina e ciò rende impossibile l’effetto meccanico più importante… la coesione. L’impasto fatica a rimanere unito e le difficoltà si manifestano anche nella cottura.

 

Cose da sapere sull0uso delle farine nel carpfishing

che il mais si lascia rullare bene e mantiene inalterata la forma, ma pure che si tratta di una farina pesante. Poi abbiamo scoperto che il semolino si dimostra molto gommoso ma perde le sue proprietà quando si tratta di mantenere integra la struttura. Infine, abbiamo potuto verificare che la farina di soia grassa tostata ci permette di realizzare una pastella davvero perfetta… il problema, semmai, è che fatica a indurirsi quando si raffredda.

Riassumendo: il mais indurisce, il semolino dà elasticità, la soia conferisce equilibrio al mostro mix.

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