Il pesce serra è abbastanza diffuso nel Mediterraneo, dove possiamo ricercarlo con varie tecniche.
In questo articolo ti parleremo della pesca del pesce serra a traina e ti dobbiamo anche dire che se ti servono canne per il pesce serra abbiamo tutto.
Pesce serra: la pesca a traina è sempre più praticata
La traina al serra è sempre più praticata perché questa specie sembra essere in costante aumento. Si basti pensare che un tempo gli incontri regolari vengono segnalati soltanto in Liguria, in Toscana, nel Lazio e in Campania, mentre oggi il serra (Pomatomus saltatrix) è un pesce predatore presente lungo tutte le coste dello Stivale, con maggiore o minore popolazione a seconda delle zone e… a discapito degli altri pesci.
Il serra è un pesce pelagico che si spinge nelle vicinanze della costa alla ricerca di pesce azzurro e cefalopodi, dei quali si nutre. A discapito però delle abitudini della specie, tende a colonizzare quelle aree che presentano condizioni propizie tutto l’anno, come le calde acque dei grandi porti; zone nelle quali il mangiare per i pesci serra difficilmente mancherà.
La morfologia del Pomatomus saltatrix
Il corpo è affusolato, la testa proporzionata e dotata di occhi piccoli. La mandibola, robustissima, supera in larghezza la mascella. La pinna caudale è molto grande e di forma bilobata. La livrea è grigio-azzurra con sfumature giallo-verdi sul dorso e argentea sui fianchi, mentre il ventre è bianco. La taglia massima raggiungibile dalla specie è di circa un metro per un peso di 15 chili, anche se obiettivamente un pesce da 4/5 chili può essere ritenuto “un grosso serra”.
L’aspetto del serra è quello di un possente nuotatore e feroce predatore. Le sue carni sono saporite, specialmente quelle dei giovani esemplari. È presente nel sottocosta a primavera inoltrata fino a novembre.
Dove si pesca il pesce serra?
Predilige le zone di mare vicine ai promontori rocciosi, specie se a picco su alti fondali, le secche costiere e le foci dei fiumi. Nonostante la sua nota voracità è difficile catturare esemplari di buona taglia con artificiali di qualsiasi genere: una pesca effettuata con esca naturale morta o viva, darà perciò i migliori risultati. La bocca di questo pesce è ben armata, robusta e potente: terminali in acciaio sono obbligatori!
Il serra, una volta aggredita l’esca, si scatena con furia selvaggia; spesso riesce a liberarsi dalla presa con ripetuti salti fuori dall’acqua, veloci scatti laterali e repentini cambi di direzione.
Il recupero non risulta eccessivamente difficile ma bisogna esser sempre concentrati ed attenti alla tensione del filo, che non dovrà mai essere lasciato in bando né trattenuto con troppa forza. .
Un ampio guadino o un robusto raffio, sarà indispensabile per l’ultimo atto. Ed al guadino ci arriveremo solo se i denti non avranno toccato il fluorocarbon.
La ferrata deve avvenire alla conclusione della prima fuga, mediante un colpo deciso all’indietro della canna e con la frizione tarata al 40% del carico di rottura della lenza. Dopo questa fase si allenta lievemente la frizione per far stancare il pesce e si procede in all’indietro fino all’imbarco della preda.