La pesca con il palamito è una vera tecnica di pesca dalla barca, ed è più complicato di quanto non si potrebbe pensare. In questo articolo ti daremo informazioni utili per praticare la pesca con il palamito sottocosta, una tecnica che, come vedremo insieme, richiede delle varianti su costruzione ed innesco dello stesso in funzione del fatto che si vada a calare su acqua più o meno profonda.
In questo articolo ti spieghiamo come il palamito possa essere praticato sottocosta.
Prima, però, ricordiamoci che rientra tra quelle tecniche di pesca regolate dalla legge con un massimo di 200 ami a barca.
Il palamito, o parangale, conta ad oggi ancora molti appassionati in quanto risulta una tecnica di pesca mirata solitamente a pesci di taglia, selezionati dal tipo di esche impiegate, e soprattutto dalla dimensione degli ami, legati solitamente in braccioli realizzati con il migliore fluorocarbon.
I pescatori dilettanti utilizzano attrezzi di diversa natura a seconda delle specie da catturare e dal tipo di fondale.
Quali sono i tipi di palamiti con cui pescare?
Identifichiamo tre tipologie e relative catture di maggior pregio:
- palamiti da sottocosta (orate, mormore, saraghi);
- palamiti di medio fondale (gallinalle, pagelli, naselli);
- palamiti di profondità e filaccioni (occhioni – cernie – pesci castagna).
La pesca con il palamito sottocosta: le sottocategorie
Ogni tipo di palamito poi può essere categorizzato ulteriormente. Il palamito sottocosta, potrà essere suddiviso in palamito a “pelo” o a “festoni” o palamito “galleggiante”.
Tutti e tre i tipi di palamito sopradetti sono destinati alla cattura di saraghi, orate, spigole e occhiate anche se poi vengono catturati anche altri tipi di prede.
Il palamito posato sul fondo (o “a pelo”)
Viene così definito il palamito che pesca totalmente appoggiato al fondo e quindi deve essere impiegato sempre su fondali scogliosi con poche cadute oppure su fondali sabbiosi. Particolarmente adatto per la pesca a saraghi, pagelli, mormore e orate, viene innescato con bibi, oloturia, cannolicchio e patella. Quando è destinato alla pesca specialmente dei saraghi, viene calato alla sera per essere recuperato al mattino. Per la pesca delle orate invece il palamito deve lavorare di giorno e quindi calato al mattino. Il palamito a pelo viene costruito con madre in nylon solitamente di diametro compreso tra lo 0,80 e 1,00 millimetri con braccioli dallo 0,25 lunghi da 150 a 200 centimetri ed intervallati tra di loro sulla madre di circa 7/10 metri. Gli ami sono del n. 14 o 15 del tipo da palamito ovvero a gambo lungo e con curvatura rotonda.
Gli ami nati per la pesca con tali attrezzi hanno una numerazione diversa dagli altri e sono a decrescere come dimensione rispetto al numero al contrario dei classici.
Il palamito a festoni
Viene chiamato con tale nome un tipo di palamito che pesca in parte appoggiato sul fondo e in parte sospeso da esso. Anche questo attrezzo è valido per le prede sopra citate, e può essere calato al contrario di quello a pelo su fondali scogliosi alti e bassi e su posidonia. Anche in questo caso le esche sono le stesse e naturalmente anche le prede a cui viene destinato. Sostanzialmente cambia il sistema di costruzione e il modo in cui pesca una volta calato. Infatti ogni 5/10 ami il palamito presenta un bracciolo con un galleggiante (come quelli utilizzati per i tremagli) ed un piombo da 30 a 50 grammi. Il galleggiante è scorrevole sul bracciolo ed una volta calato alzandosi dal fondo alza la madre facendo pescare alcuni braccioli sollevati dal fondale.
Il palamito galleggiante
Quando si vogliono catturare occhiate, sugarelli, lampughe si può ideare un palamito specifico. Attenzione, non bisognerà comunque galleggiare con le lenze fino in superficie! Questa tecnica, raramente applicata a dir vero, ha comunque qualcosa di rivoluzionario. In determinate zone della nostra penisola infatti, si è scoperto che far pescare un palamito galleggiante in fondali di profondità non superiore ai 10 metri, risulta eccezionale per catturare sia il pesce di galla che orate e saraghi che salgono alcuni metri dal fondo attratti dalle esche in sospensione.
Le numerazioni dei nylon impiegati per la madre ed i fluorocarbon per i braccioli sono le stesse, così come restano invariati gli ami e le lunghezze. La differenza sta nel fissare, ogni 10 ami, un galleggiante come quello impiegato per il palamito a festoni (ma senza il piombo).
Pesca col palamito sottocosta: come pescare oggi
Con l’avvento del fluorocarbon (e noi per convenienza e qualità ti consigliamo l’Amato F1 100% fluorocarbon), e l’evolversi delle attrezzature e delle tecniche, si è avuta anche un’evoluzione del palamito galleggiante.
Ispirandosi a tecniche e soprattutto ad esche proprie della pesca da terra, è nato così il palamito a bigattini.
Anche in questo caso di tratta di un palamito galleggiante destinato soprattutto alle occhiate, ma con il quale si possono catturare anche saraghi e orate. Per adattarlo ad un’esca piccola e leggera come il bigattino, tutto l’attrezzo è stato alleggerito. La madre viene ridotta ad uno 0,60 millimetri, i braccioli ad uno 0,20/0,25; gli ami in questo caso non saranno da palamito, ma classici Crystal del n. 6/8 (scelta dettata dall’esca dall’esca fragile). Per innescare la larva di mosca carnaria, dovremo per forza di cose avere un amo con punta molto penetrante e di filo non eccessivamente grosso (se lo fosse al momento dell’innesco i bigattini scoppierebbero).