Pesc.it

PESCA-SUGARELLI-TRAINA

Come si pescano i sugarelli a traina?

In questo articolo ti diremo tutto quello che può essere utile sulla pesca a traina dei sugarelli, lo specifichiamo perché il sugarello (Trachurus trachurus) viene spesso insidiato anche a bolentino (con sabiki o esche naturali).

Come si pescano i sugarelli a traina?

Prima di approfondire però la tecnica della traina rispondendo però al titolo di questo articolo, vediamo però di saperne di più sul conto di questo piccolo di pesce branco.

I sugarelli hanno il corpo affusolato ed appiattito lateralmente, con squame talmente piccole da sembrare pelle se si fa eccezione per quelle della linea laterale, davvero importanti ed in rilievo. Il colore del pesce è grigio aegenteo, con riflessi verdastri sul dorso. A seconda della profondità di pesca e della zona potrebbe essere più o meno scuto, talvolta con riflessi tendenti al giallastro. In ogni caso le pinne possono tendere al giallo. La testa è grande e gli occhi sono protetti da una palpebra adiposa. L’opercolo branchiale è caratterizzato da una macchia scura.

Sugarello: pesce esca o predatore?

Anche per il sugarello vale il discorso che avevamo fatto nel post dedicato alla traina alle aguglie, e cioè che questa specie di pesce è ricercata sia per il divertimento (sacrosanto) di chi pesca così, sia da tanti pescatori che lo vogliono utilizzare innescato vivo sulle loro canne da traina da dedicare poi a dentici, ricciole, tonni, pesci serra e altri grossi predatori.

Il sugarello è un combattente: resiste bene quando innescato su grossi ami come esca viva.

Tecnica di pesca trainando le esche

Attenzione perché anche se difficilmente supererà il mezzo chilo di peso (rarissimamente 1 kg), il cosiddetto “suro” è pur sempre un carangide (parente alla lontana della ricciola e del caranx ignobilis). Quindi è piccolo ma… tenace! Aggredirà quasi tutte le esche artificiali che passeranno nel branco, dalle anguilline (ottime le piccole da 3,6 cm bianche) ai piccoli minnow (pesciolini finti).

La pesca a traina dei sugarelli è praticata soprattutto d’estate, con l’uso di affondatori idrodinamici o piombi a sgancio.

Buona pratica, è quella di ricercare i branchi di pesce usando l’ecoscandaglio della barca; poi, allamato il primo sugarello, insistere nella zona del branco navigando a “8” od in cerchio.

Consigli per la traina

Lo spessore del filo può influire sulle catture, per questo serve molto avere con sé una scorta del migliore fluorocarbon in vari diametri (tra lo 0,30 e lo 0,16 mm).

Il recupero deve essere particolarmente delicato ed attento, e canne da pesca a traina leggera morbide e sensibili aiuteranno in questo senso. Devi sapere infatti che la sua bocca, molle ed estroflettibile, rende facile perdere i “suri” nel recupero.

Gli orari migliori per praticare questa traina sono l’alba e il tramonto, anche se inspiegabilmente in alcune occasioni, grandi branchi di sugarelli rifiuteranno gli inneschi.

Quanti sugarelli esistono?

Nel Mar Mediterraneo sono diffuse tre specie di sugarello: quello comune, quello maggiore e quello pittato.

Il suro comune, può raggiungere i 50 centimetri per un peso di un chilo e mezzo e, tra le tre, è la specie che più interessa l’amante della traina essendo l’unica che, durante l’estate, si avvicina alle coste nuotando in acque superficiali.

Il sugarello maggiore, o Trachurus mediterraneus, raggiunge le stesse dimensioni di quello comune ma è di colorazione tendente all’azzurro. Compie lunghe migra­zioni e non si avvicina mai alla costa, neanche per la riproduzione.

Il sugarello pittato, o Trachurus picturatus, è di dimensioni maggiori, le parti dorsali sono bluastre, mentre le pinne e la coda sono rosate. È presente nei mari meridionali e predilige acque profonde e al largo.

 

 

Carrello