Le montature delle canne da pesca a bolognese sono un argomento sul quale si concentrano numerose discussioni tra appassionati. I diametri delle lenze da pesca in gioco, le differenti lunghezze scelte, il fluorocarbon prescelto, il galleggiante, l’amo: ecco tutta una serie di argomenti che affrontiamo in questo articolo. Prima di entrare nel vivo dell’argomento, però, ti dobbiamo ricordare che PESC.it è il negozio di pesca online con spedizione gratuita che spedisce a casa tua le bolognesi delle migliori marche complete di mulinelli e di tutto quello che ti può servire per pescare. Fai il tuo accont adesso, noi siamo pronti a spedirti quello che ti serve.
Come si montano le canne da pesca a bolognese?
Questa pesca si pratica con una canna bolognese di lunghezza compresa tra 5 e 8 metri (raramente più corta o più lunga). Sulla canna sarà montato un “mulinellino” di taglia compresa tra 1000 e 3000: il mulinello da bolognese insomma. Ci saranno poi due monofili in gioco: uno è quello che avrai caricato nella bobina del mulinello, ossia un nylon di diametro compreso tra lo 0,12 e lo 0,18 millimetri (parliamo sempre con riferimento alla maggior parte dei casi); il secondo filo sarà il terminale, di solito in fluorocarbon e poco più sottile rispetto alla madre-lenza. Il fatto di non usare una lenza in bobina del mulinello eccessivamente spessa è qualcosa che non conviene per due motivi:
- il rischio di spezzare la canna (perché le “bolo” sono canne da pesca al limite della leggerezza)
- la mancanza di elasticità dovuta all’eccessiva rigidità della madre-lenza
Due motivi più che legittimi, insomma!
Spaccare la canna da pesca a bolognese non piace a nessuno, e su questo ci pare che possiamo non soffermarci troppo. Ma se il sottovetta di una “bolo” esplode, pescando con lenze dello 0,30 e 0,27 (per esempio) beh… non si può dare colpa alla canna. Solo uno sprovveduto in fatto di tecniche di pesca potrebbe pensare a un difetto della canna!
Per quanto riguarda invece il motivo numero 2, dicevamo che l’elasticità della madre-lenza sarà tanto maggiore quanto più sarà fine (per esempio un nylon dello 0,14 sarà ottimo da abbinare a un finale dello 0,10 mm perché andrà ad aiutare la vetta della canna nel fare da elastico. Se invece usassimo una madre-lenza dello 0,27 (tanto per capirci) le trazioni repentine del pesce allamato si scaricherebbero con forza sul terminale, che ha diametro e carico di rottura decisamente ridotti.
Risultato? Stock! Pesce andato… e magari il pescatore inesperto a dare la colpa all’incolpevole terminale (quel pezzo di fluorocarbon di 30 o 70 centimetri a cui ha “chiesto troppo”).
Dopo i fili, il galleggiante, la microgirella, il finale, l’amo e la piombatura della bolognese!
Come faremo a congiungere quei due fili che ti abbiamo appena raccontato costituire il complesso pescante? Per prima cosa infiliamo sulla madre lenza della canna da pesca a bolognese tutto ciò che è scorrevole e che non potrebbe esser messo dopo: parliamo di eventuali stopper in caucciù, del galleggiante, dei piombini a torpille (in genere una sola torpille) quindi provvediamo al collegamento del terminale.
Per la giunzione possiamo ricorrere a molti tipi di fattezza. Dapprima li menzioniamo e poi andiamo ad approfondirli. Anticipiamo solo che da un lato stanno i cannisti “bolognesari” amanti dello scarico delle torsioni che non farebbero mai a meno della “girellona” doppia o tripla, dall’altro quei pescatori che usano da sempre il “nodino”, in modo da non appesantire la lenza dove non ritengono opportuno… è anche una questione di abitudini.
- La micro-girella: il top per scaricare la torsione. La colleghiamo con due nodi per occhiello come per esempio l’improved clinch.
- Il micro aggancio: gancetto coperto di un tubicino in caucciù. Non permette di scaricare le torsioni ma consente di sostituire facilmente il finale alla bisogna.
- La girella con micro-aggancio incorporato: ultima arrivata in commercio, mette insieme abbastanza bene le caratteristiche delle precedenti soluzioni.
- I collegamenti tramite nodi o asole.
Tra quest’ultimo sistema di congiunzione, il più leggero, la variante detta “asola-asola” è storicamente la più impiegata, per la sua comodità. La realizzerai così: fai due asolette fisse alle estremità dei due fili da congiungere. Poi s’infila quella del finale nell’asola della madre-lenza, e si completa infilando l’amo nell’asola del terminale. si fa scorrere piano l’amo e si ha un collegamento molto affidabile.
Tu vai già a pesca a bolognese?
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Noi ci riserviamo di pubblicare altri articoli analizzando le varie situazioni di pesca, ricercando di descrivere al meglio quelle differenze tecniche che sono funzionali nei vari modi di fare pesca a bolognese.