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Come costruire il terminale da pesca genovese

Forse non tutti sanno quanta differenza può fare un terminale rispetto a un altro, soprattutto in presenza di grufolatori pregiati come l’orata. Parliamo di pesca in mare a fondo per darti nozioni che speriamo ti saranno utili a pesca. Questo perché, lasciacelo dire, PESC.IT è il negozio di canne da pesca online su cui comprare, perché affidabile e con prezzo basso per ogni prodotto, ma vuole anche essere il sito che ti da parecchi consigli gratis proprio per ringraziarti: Visiti PESC, ci passi del tempo, e noi vogliamo anche ripagarti con qualche cosa di utile da leggere o da guardare (video). In questo articolo parliamo di come costruire il terminale genovese che è ideale per l’orata.

Come costruire il terminale da pesca genovese

Questo sparide, l’orata, è ricercato non solo per la taglia e il valore delle sue carni in cucina, ma anche per l’atteggiamento calmo e guardingo che stimola a studiare nuovi sistemi e terminali vincenti.
Nel mondo agonistico, dove non ci si può permettere di lasciare in acqua neppure le prede più piccole, si utilizzano terminali “capillari” e di lunghezza adeguata alle specie che pensiamo siano presenti, e solo la classifica finale darà il giudizio sulle nostre scelte.

Esempio pratico di pesca a fondo

Per esempio, è risaputo che il miglior terminale per l’orata è quasi sempre quello in fluorocarbon con braccioli lunghi, che possono variare di misura da 80 centimetri fino a 3 metri. La lunghezza elevata è fondamentale per ingannare l’orata, perché ci consente di presentare l’esca nel modo migliore, cioè ferma sul fondo, ma riesce anche a fare in modo che la preda non senta la tensione del filo in fase di abboccata. In caso contrario, sospettosa com’è, l’orata capirebbe subito che qualcosa non va e potrebbe sputare l’esca all’istante. Però, è anche vero che in condizioni particolari, per esempio con mare mosso, le prede sono stimolate a mangiare con meno diffidenza. Se poi l’acqua è torbida per le sostanze in sospensione, avremo maggiori possibilità anche con terminali più corti, poiché l’insidia diventa più difficile da notare per il pesce, che finisce con l’ingoiare più facilmente ciò che si trova davanti.

Una montatura da pesca universale

Tra i terminali considerati “universali”, ideali per tutte le prede classiche da surf, uno brilla per la capacità di adattarsi a ogni situazione di pesca: il “genovese”. Pensato e realizzato con tutta probabilità da qualche pescatore ligure, in origine era un calamento a due ami che prevedeva un primo bracciolo fisso sul trave e un secondo agganciato sotto un piombo scorrevole. Il genovese era utilizzato principalmente nella tecnica del bolentino, in particolare per le mormore, con un piombo piatto che raschiava la sabbia. Poi, con l’avvento del surfcasting, questo tipo di terminale è stato rispolverato, adattato e migliorato in ogni suo aspetto. Infatti, nella versione moderna il bracciolo superiore, prima fisso e annodato direttamente sul trave, può essere spostato a piacere lungo la lenza. Questo ci permette di conservare lo stesso trave in ogni situazione di pesca e sostituire solo i braccioli a seconda della situazione.
Pescare con un terminale da pesca a fondo come questo: parzialmente scorrevole
Questo terminale consente di mettere in pratica la strategia di pesca che preferiamo in funzione delle condizioni ambientali e delle prede. Per esempio, se abbiamo a che fare soprattutto con saraghi e mormore, il bracciolo inferiore sarà lungo e quello superiore più corto, però munito di “pop-up”. Così facendo, aumenteremo la possibilità di prendere saraghi sul bracciolo corto ma anche mormore, orate e ombrine su quello inferiore.

Cose utili da applicare in pesca

Il calamento andrà bene anche in presenza dei granchi, che lasceranno intatta l’esca almeno sul terminale superiore. Per una pesca specifica all’orata, dobbiamo necessariamente aumentare la lunghezza del bracciolo superiore e utilizzare esche resistenti e gradite allo sparide. Quindi, i braccioli dovranno essere lunghi 150 o addirittura 200 centimetri. Questo sistema funziona soprattutto quando la corrente è parallela alla spiaggia e favorisce lo stendersi del filo “a bandiera”. In caso contrario, rischiamo che la lenza in pesca si aggrovigli.
Aspetti negativi ed alternative al terminale da pesca genovese
L’unico neo di questo terminale è… la difficoltà nel riporlo nella cassetta degli attrezzi. Infatti, il piombo inserito nel trave impedisce di avvolgere perfettamente la lenza su di una comune rotella. Meglio utilizzare una tavoletta di sughero o di materiale plastico spugnoso sulla quale potremo avvolgere anche tre calamenti alla volta con minor ingombro.
La costruzione di tutto il complesso non è laboriosa ma “intrigante” e la realizzazione non presenta alcuna difficoltà. L’occorrente sarà quello che ognuno ritiene di dover utilizzare nel diametro abituale, sia per il trave sia per il filo da terminale.

Lea montatura alternativa, sempre vincente, e più simile al genovese è la montatura da pesca a due ami DLA (vai alla pagina per vederlo e ordinarne un po’)!

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