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Mulinelli a Bobina Fissa

Mulinelli a bobina fissa: tutto quello che c’è da sapere

Mulinelli a bobina fissa: sono attrezzature da pesca per molte tecniche. In questo articolo vogliamo darti informazioni utili su caratteristiche, materiali, taglie, marchi famosi, sistemi costruttivi e curiosità.

Storia recente dei mulinelli a bobina fissa

Negli ultimi anni l’avvento delle nuove tecnologie ha letteralmente rivoluzionato gli standard produttivi di molti settori industriali, tra questi anche quello della pesca sportiva. In particolare sono state le attrezzature primarie a beneficiarne, primi fra tutti i mulinelli.

Si è passati prima dai modelli pesanti e “grezzi” in metallo, poi in polimero di carbonio con meccaniche interne in metallo convenzionale, infine si è arrivati alle versioni più innovative costruite con leghe robuste, ultraleggere e con ingranaggi interni molto precisi.

Perché si dice a bobina fissa?

La cosa che distingue i mulinelli a bobina fissa da quelli rotante è l’asse di rotazione in verticale della bobina (nei rotanti è in orizzontale).

Nei bobina fissa, il filo viene avvolto grazie al rotore che porta su di sé l’archetto e il guidafilo.

Il mulinello svolge un ruolo molto importante durante l’azione di lancio e recupero; non dobbiamo considerarlo sono uno strumento per riavvolgere il filo ma un vero e proprio “alleato” per avere la meglio anche durante i combattimenti più impegnativi.

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Linee estetiche e trattamento anti-salino

La prima caratteristica che balza subito all’occhio è sicuramente l’estetica, ed in questa giocano un ruolo tutte le parti del mulo (anche il pomolo).

Nei modelli di ultima generazione è migliorata molto. Il design è aggressivo e la struttura è studiata in modo da ottimizzare al meglio le dimensioni, per ottenere uno strumento potente ma allo stesso tempo dal peso contenuto.

Molti modelli (qualche volta contraddistinti dalla dicitura SW) sono trattati con rivestimenti anticorrosione che permettono una maggior protezione contro la salsedine e garantiscono una minore usura.

La struttura, invece, è caratterizzata da leghe leggere ma resistenti (per esempio alluminio, magnesio e titanio) che permettono di realizzare componenti più sottili, e quindi più leggeri, garantendo ugualmente un alto grado di robustezza.

Non dimentichiamo la tecnologia computerizzata che in fase di progettazione ha permesso un miglioramento del bilanciamento delle parti mobili. Primo su tutti il rotore, molto più fluido con la riduzione delle vibrazioni.

Informazioni utili sugli ingranaggi dei mulinelli

Una delle caratteristiche più importanti è sicuramente la fluidità di movimento. Questa è data dalla precisione delle parti meccaniche interne che devono combaciare perfettamente durante l’azione.

Anche in questo caso entra in gioco la progettazione computerizzata e in più si aggiunge il taglio al laser che permette una precisione assoluta anche sulla creazione di parti meccaniche minuscole.

Più sono all’avanguardia queste due fasi di lavorazione e più il mulinello ha un movimento sulla rotazione leggero e silenzioso.

Con quali materiali può essere fatto un mulinello?

Uno dei più importanti traguardi ottenuti in fase di progettazione dei mulinelli, è stato lo sviluppo dei materiali impiegati nella costruzione. Grazie a ricerche industriali molto accurate, si sono individuate delle leghe metalliche che in poco tempo hanno rivoluzionato la concezione del mulinello per la pesca sportiva.

Questi materiali sono stati introdotti per ottenere un miglioramento complessivo dell’attrezzo: dalla leggerezza, alla solidità fino al difficile compito di limitare l’usura nel tempo. Ecco qui di seguito la carrellata delle più importanti leghe utilizzate dalle case costruttrici.

 

Alluminio

È sicuramente il materiale più utilizzato per via della sua leggerezza, della resistenza alla corrosione e della duttilità durante la lavorazione. Una volta formato, a contatto con l’aria si ricopre rapidamente di un velo di ossido trasparente che protegge la superficie dall’effetto di agenti corrosivi e dalla ruggine. È notoriamente usato per realizzare il corpo, la bobina e la manovella, anche con procedimenti di forgiatura a freddo che dona al metallo una resistenza maggiore.

 

Duralluminio

Questa lega speciale è ottenuta combinando l’alluminio con altri elementi secondari quali rame, magnesio, manganese e silicio. È circa cinque volte più resistente dell’alluminio, basti pensare che è un materiale molto utilizzato nell’aeronautica. Questa resistenza elevata è quello che serve agli ingranaggi interni. Infatti, il duralluminio è utilizzato principalmente per la costruzione della corona principale che in un ottimo strumento deve essere dura e indeformabile.

 

Titanio

Originariamente di colore argento è molto resistente alla corrosione e non viene intaccato né dall’acqua né dalla salsedine. La lavorazione del titanio puro è molto costosa poiché viene principalmente usato come componente di leghe metalliche con le quali si combina solamente se assente da impurità. La lega di titanio, alluminio e vanadio trova moltissime applicazioni industriali, anche nei settori più specializzati come il campo aerospaziale, e nel nostro caso si usa per la costruzione di alcuni componenti. Considerata la sua durezza, resistenza e l’ottima capacità di disperdere il calore, è impiegato per rivestire la parte esterna del rullino guidafilo e il bordo superiore della bobina, per realizzare l’albero oscillante della spola e ancora, nei mulinelli più prestigiosi, come copertura finale del corpo.

 

Magnesio

È un metallo leggero (di un terzo rispetto all’alluminio), di colore bianco argent. Spesso viene combinato col rame o meglio ancora con l’alluminio. Grazie alla sua estrema leggerezza è perfetto per contenere il peso complessivo dell’attrezzo, infatti è adoperato per formare il corpo e il rotore. Presenta anche una resistenza elevata alla trazione, ma è meno robusto  dell’alluminio in fase di flessione.

 

Zirconio

Dal colore bianco grigiastro è molto simile al titanio. È molto resistente alla corrosione, morbido e duttile, viene impiegato nel processo di formazione dell’acciaio e altre leghe ferrose per renderle più compatte e resistenti. Non sono molte le aziende che lavorano questo metallo per via del suo prezzo molto elevato. Nei mulinelli si è dimostrato un ottimo materiale per la costruzione delle parti sottostanti al bordo superiore della bobina e di alcune componenti meccaniche interne.

 

Acciaio anticorrosione

Era già adoperato nei mulinelli della precedente generazione e oggi sono state decisamente migliorate le caratteristiche attraverso processi particolari che hanno reso questo metallo ancora più duro. Inoltre, anche la superficie viene trattata per diventare inattaccabile dal sodio e dagli ossidi. Oggi è usato per i cuscinetti a sfera, l’albero della spola e le componenti interne secondarie, soprattutto nei modelli dedicati alla pesca in mare.

 

Leghe speciali

La ricerca nel settore della pesca sportiva chiaramente non si ferma. Vengono continuamente sviluppati nuovi materiali, ottenuti su basi percentuali, soprattutto dalla combinazione di elementi già utilizzati. È il caso di citare la lega di bronzo che combinata con il nickel diventa un materiale con buone caratteristiche meccaniche e grande resistenza alla corrosione. Per queste caratteristiche viene utilizzata in particolare per i componenti dei mulinelli da spinning in mare.

Meccanica dei mulinelli: corona, pignone, vite infinita

Il meccanismo interno è il sistema più importante di ogni mulinello e l’elemento determinante è indubbiamente la corona dentata. È sottoposta a continue sollecitazioni e cicli di sforzo molto pesanti. Si è sempre rivelata la parte più delicata dello strumento soprattutto nella dentatura che si deve sempre accoppiare perfettamente con quella del pignone. Nei primi modelli era in metallo ferroso o in bronzo, poi con il tempo è stata alleggerita utilizzando delle leghe di alluminio.

I metodi di lavorazione della corona dentata sono quattro. Il più veloce ed economico è la tranciatura che però potrebbe portare a qualche imprecisione rischiando di compromettere nel tempo il gioco tra corona e pignone. Poi, c’è la lavorazione all’utensile con la dentatrice che aumenta notevolmente la qualità del prodotto anche se come metodo è un po’ oneroso.

La pressofusione è la terza lavorazione e con questo sistema si incomincia ad avere un prodotto finito di buone qualità che riduce al minimo l’usura legata al lavoro con il pignone. Il top è raggiunto con la forgiatura a freddo poiché grazie a un particolare procedimento di sbalzo termico assicura alla lega durezza e quindi la resistenza all’usura. Questo sistema richiede una lunga lavorazione e l’uso di leghe metalliche pregiate come l’alluminio combinato con magnesio o vanadio, oppure il bronzo con il nickel. Visto i costi elevati, le corone realizzate con questo metodo vengono inserite esclusivamente nei mulinelli più prestigiosi.

Imbobinamento del filo

La continua necessità di effettuare lanci lunghi con esche sempre più leggere, senza compromettere l’integrità della lenza, ha permesso di concepire nel tempo metodi specifici di imbobinamento del filo. Nasce così il sistema di avvolgimento a spire incrociate che permette alla lenza di alloggiare in bobina con una disposizione particolare che, successivamente, permette sul lancio una fuoriuscita della lenza molto più fluida. Questo vantaggio si ottiene grazie a un meccanismo collegato al blocco principale degli ingranaggi, formato da un alberino in acciaio a doppia filettatura e sostenuto da un supporto fisso in grado di trasmette il movimento sussultorio all’albero della spola. In alternativa, la stessa funzione, può essere compiuta da una ruota dentata che trasmette il movimento direttamente all’albero della bobina.

I cuscinetti nei mulinelli da pesca a bobina fissa

A sostituire le vecchie bronzine e le boccole autolubrificanti, oggi ci sono i cuscinetti a sfera. Negli ultimi anni si sono fatti ulteriori passi avanti con tecnologie sempre più all’avanguardia. I cuscinetti vengono utilizzati per garantire al sistema un’ottima scorrevolezza, in particolare nei punti di maggiore importanza che sono il pignone e l’asse della ruota comando. Basti pensare che in questo punto avviene l’80 per cento dello sforzo totale del mulinello. Il compito dei cuscinetti, però, non si ferma qui. Infatti, sono collocati anche come supporto del rullino guidafilo, del sistema di oscillazione dell’alberino della spola, della sistema frizione e della manopola della manovella. Nei mulinelli più economici sono in acciaio inox, in quelli più costosi vengono trattati con speciali procedimenti anticorrosione con delle coperture in ceramica o metallo. Un altro traguardo importante raggiunto dalla tecnologia sono i cuscinetti carenati con struttura perfettamente impermeabile. Schermati e sigillati con l’interno saturo di grasso lubrificante non richiedono alcun tipo di manutenzione.

Come funziona l’antiritorno del mulinello?

L’antiritorno è il meccanismo che ha subito più cambiamenti a livello funzionale. Infatti, nei modelli “primitivi”, lo stopper era ritardato e piuttosto rumoroso. Ultimamente è stato rimpiazzato da un blocco istantaneo che funziona su cuscinetto a rulli, posizionato sotto la girante, che nella maggior parte dei mulinelli azzera completamente la rumorosità. In più, si ottiene l’annullamento dei “giochi”, guadagnando un buon margine di tempo sulla ferrata. La risposta è tempestiva soprattutto quando utilizziamo gli artificiali in silicone in questo caso aumenta anche il controllo sull’esca.

Informazioni utili sul rullino guidafilo

Per contenere l’usura del nylon, sono stati apportati dei miglioramenti anche alla struttura dei rullini guidafilo, di norma l’elemento che più sta a contatto con la lenza. Si è passati dai semplici supporti semisferici in metallo dolce, a robusti rullini di dimensioni maggiorate e liberi di ruotare su un perno fisso. In alcuni modelli sono supportati da cuscinetti che garantiscono un ottimo movimento senza mai bloccarsi. La vera novità, però, sono i rullini a sezione inclinata oppure scanalata che obbligano il filo a lavorare all’interno di uno spazio ben preciso riducendo drasticamente l’abrasione e la torsione. Inoltre, sono rivestiti con leghe speciali come quella di titanio che, oltre a disperdere il calore accumulato dallo sfregamento del filo, riescono a sopportare meglio il lavoro di lenze più rigide come il trecciato.

Come può essere fatta la bobina (con dischi frizione)?

Le prime bobine avevano una capienza enorme e la caratteristica più importate era la profondità. Col tempo, invece, si è passati a progettare bobine più dinamiche definite long cast per il tipo di sezione allungata che permette al filo di fuoriuscire con estrema facilità, migliorando le distanze di lancio e allo stesso tempo preservandolo da abrasioni contro il profilo superiore. Negli ultimi tempi si è giunti ad un ulteriore perfezionamento per annullare il problema della fuoriuscita accidentale del filo: è cambiata la forma allungata a discapito di una struttura a cono inverso. Infine, si è lavorato anche sui materiali utilizzando in primis l’alluminio anodizzato, ottenendo così bobine più leggere e resistenti.

Funzionamento della frizione nel mulinello a bobina fissa

Nei mulinelli a bobina fissa il blocco della frizione può essere montato in testa oppure nella parte posteriore del corpo. La prima variante è quella più utilizzata dai lanciatori perché il sistema frizione è contenuto all’interno della bobina e senza dubbio si ha un maggiore controllo sulla fuoriuscita del filo, ancor più se di diametro sottile. La frizione è costituita da un blocco di dischi (in carbonio o magnesio sono i migliori) che controlla l’avanzamento del filo e un pulsante a vite, posto sulla testa della bobina per i mulinelli a frizione anteriore o sulla parte inferiore per quelli con sistema posteriore, che regola il movimento della bobina e di conseguenza la fuoriuscita della lenza. Grazie alle regolazioni micrometriche, una buona frizione è in grado di variare sensibilmente e progressivamente il rilascio ad ogni singolo scatto del pulsante a vite. Vi è anche da dire che le frizioni anteriori più evolute, possono essere sostenute da uno o più cuscinetti alloggiati all’interno della bobina o bloccati lungo l’albero della spola che favoriscono una fluidità di rotazione migliore.

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